L'Isola di Sant'Antioco

L’isola di Sant’Antioco, è situata presso la costa sud-occidentale della Sardegna. L’isola si estende per 109 km2, è la più vasta della Sardegna e la quarta d’Italia. Essa è collegata all’entroterra costiero da un sottile istmo, lungo 5 km, creato da sedimenti marini, che in termini propri forma una penisola che si affaccia a sud nel golfo di Palmas.

L'isola di Sant'Antioco ha una superficie di 108 Kmq e comprende due comuni, Sant'Antioco e Calasetta, con i rispettivi agglomerati di Maladroxa e Cussorgia. La popolazione complessiva dell'isola è di circa 15.000 abitanti, per cui il territorio è in larga parte disabitato, con poche case sparse nelle campagne. Anche al turista più esigente in fatto di antropizzazione delle coste, balza immediatamente agli occhi la non comune caratteristica di spazi intatti, angoli costieri incontaminati, lunghi tratti costieri non percorsi da strade, raggiungibili solo in barca o con escursioni a piedi o in mountain bike. Al contempo, belle strade, in gran parte asfaltate, raggiungono con facilità tutte le più importanti località balneari e dell'interno. Il soggiorno nell'isola offre l'importante opportunità di poter frequentare la costa con qualsiasi vento : la costa da Is Pruinis fino a Capo Sperone offre riparo dal maestrale, il vento dominante, quella da Capo Sperone fino a Calasetta, a nord, dai venti dei quadranti orientali.

Il suo clima è prevalentemente mediterraneo, con inverni brevi ed estati calde, asciutte, mitigate dai venti freschi di maestrale. Nei giorni di bonaccia, il paesaggio, pavoneggiandosi nella sua laguna animata da colonie di fenicotteri rosa, sembra uscito dalla tavolozza di un pittore. A pochi km dal paese si raggiungono spiagge d’incomparabile bellezza, che stupiscono l’occasionale visitatore. L’isola nasce durante il periodo del Miocene, circa 25 milioni di anni fa, e si distacca dalla Sardegna a causa di poderosi movimenti tettonici. Molti milioni di anni dopo, l’isola assume l’attuale morfologia, prevalentemente pianeggiante.

 

Tomba dei GigantiRegistra la presenza di rocce calcaree e trachitiche, con una rara vegetazione di tipo mediterraneo: la palma nana, considerata un fossile vivente, antico di milioni di anni, il mirto, il leccio, l’olivastro, il corbezzolo, il rosmarino selvatico, il ginepro fenicio, il lentischio e tanta altra vegetazione mediterranea. Più tardi, intorno al 1800 a.C. i Fenici effettuarono le prime invasioni della Sardegna e delle sue isole minori, sviluppando la civiltà dei nuraghi e delle domus de janas, ossia tombe in miniatura scavate nelle rocce, oltre alle necropoli denominate “tombe dei giganti”. La dominazione fenicia durò sino al 500 a.C. dopodiché furono i cartaginesi a stabilire insediamenti in Sardegna e fondarono le prime città, quali Cagliari, Tharros, Nora e Sulci, e quest’ultima, in onore del nostro Santo Martire, divenne isola di Sant’Antioco.


S.Antioco Patrono della SardegnaI romani, apparvero in Sardegna nel 238 a.C. Durante l’impero di Adriano, (II sec. d.C.), erano in atto furiose persecuzioni verso i cristiani, i quali, per non essere arrestati e uccisi, emigrarono verso terre più tranquille. Secondo la leggenda agiografica, Antioco, medico Mauritano, arrivò sulla costa di Sulci durante l’epurazione cristiana per diffondere la fede di Cristo, che in poco tempo raggiunse ogni anfratto della Sardegna. Qui, la sua fede fu recepita e accettata dalla popolazione sarda, ma non dai persecutori che, recatisi a Sulci per arrestarlo, lo trovarono già morto nelle grotte ove si era recato a pregare. La notizia della morte del nobile predicatore sconvolse il popolo sardo ormai evangelizzato. In suo onore, in tutta la Sardegna, fiorirono opere religiose avendolo riconosciuto il primo apostolo martire della cristianità sulla grande isola sarda. E fu così che il territorio di Sulci venne rinominato “Isola di Sant’Antioco” e Antioco, “Patrono di tutta la Sardegna”. Tessere le lodi di un martire che la Chiesa ha voluto santificare, dando così lustro anche alla medesima isola è certamente gradito al popolo antiochense, che si pregia d’aver dato ospitalità al Santo Patrono della Sardegna.